Il geometra Cristoforo Bernardi è fondatore e titolare di Ediltecnica, nata a Molinella nel 1980. Una vita trascorsa nel settore dell’edilizia e quasi 40 anni di attività nella sua azienda. Oltre 1.000 abitazioni, due centri commerciali e importanti strutture industriali, soltanto nel territorio di Molinella, sono il frutto del suo lavoro e della sua esperienza. Insieme a lui abbiamo cercato di capire i mutamenti degli ultimi anni, la direzione che potrebbe prendere il mercato immobiliare nel prossimo futuro e le aspettative per Ediltecnica.
Una crisi lunga quasi dieci anni ha molto colpito e trasformato il settore dell’edilizia. Ediltecnica però c’è ancora e progetta il futuro. Come è cambiata l’azienda in questo contesto?
Credo che quello che ci ha sempre dato qualcosa in più sia l’esperienza e la qualità dei professionisti che collaborano con noi. Ho cominciato a lavorare in questo settore nel 1961, quando i muratori portavano ancora il grembiule e sapevano fare di tutto con maestria. Da allora abbiamo fatto tanta strada e possiamo ora affrontare anche ristrutturazioni complesse; cantieri che non tutti sono in grado di gestire; possiamo dedicarci al recupero, alla riqualificazione, alla messa in sicurezza, all’efficientamento energetico. Siamo in grado di dare nuova giovinezza anche a edifici esistenti installando ascensori, rifacendo il coperto, mettendo il cappotto isolante alle facciate, ristrutturando i terrazzi…
Tutto questo continuando comunque a costruire nuove abitazioni. Per noi perciò, grazie alle capacità della nostra manodopera e alle competenze acquisite, è più difficile essere coinvolti nelle difficoltà del mercato immobiliare di questi ultimi anni. Siamo ancora qui e ne siamo orgogliosi. Durante la fase più dura della crisi pensiamo di essere stati anche ripagati per l’onesta, la correttezza e l’impegno che i nostri fornitori ci hanno sempre riconosciuto.
Ediltecnica si contraddistingue anche per lo stile di molti interventi, originali e innovativi rispetto a quanto siamo abituati a vedere nel territorio. Da dove nasce questa scelta?
La conoscenza delle esigenze abitative ci ha permesso di tentare quella che, almeno inizialmente, ci sembrava una scommessa: realizzare villette esteticamente moderne e funzionali, gradevoli esteticamente, con spazi più piccoli, meno dispersive, meno costose da mantenere. Abbiamo perciò fatto case, penso ad esempio a “Villa Loup” o alle “Ville dell’Olmo”, che si contraddistinguono per la loro funzionalità ma anche per la loro originalità estetica.
Vedevamo che le persone cercavano case belle ma che richiedessero minor impegno di tempo e di denaro. Questo perché l’approccio di chi compra casa è molto cambiato negli ultimi anni, non c’è più solo casa e lavoro, ma contano molto il tempo libero e la libertà. Alla casa si chiede solo di fare la sua funzione: soddisfare le esigenze della famiglia. Perciò magari la si cambia nelle varie fasi della vita a seconda degli spazi e delle utilità necessarie, senza considerarla un bene da trasmettere ai figli.
Come sono cambiati i vostri clienti nel tempo?
Le nuove generazioni sono più attente, consapevoli e informate, più curiose e più colte. Sono persone che portano a casa idee e spunti dai loro viaggi, quando le incontriamo fanno emergere chiaramente quali sono le nuove necessità e richieste. I colloqui con i nostri clienti sono molto importanti per capire in che direzione andare. Così abbiamo cominciato ad applicare novità nelle tecnologie, nei materiali utilizzati, nel disegno dei progetti… Le villette monofamiliari indipendenti, moderne e razionali, sono state una delle prime concretizzazioni delle idee raccolte. Il nostro staff è sempre molto soddisfatto quando riesce a rispondere alle richieste e ai desideri dei clienti.
Verso quale edilizia stiamo andando?
Negli ultimi anni sono cambiati molti settori economici e anche il nostro, forse un po’ più lentamente di altri, sta mutando. Credo che ci avvicineremo forse a un’edilizia che potremmo definire più in stile Ikea. Forse si costruirà molto in legno, come avviene da orami almeno mezzo secolo negli Stati Uniti. Penso non ci saranno più né le condizioni né le dimensioni economiche per fare ad esempio grandi ville con materiali di lusso ma si punterà a costruire per un mercato più tecnologicamente avanzato e adatto alle mutate condizioni. Si faranno case a prezzo contenuto e in tempi rapidi, ma comunque di qualità.
E quale sarà il ruolo di Ediltecnica in questo scenario?
Forse saremo meno impresa del “mattone su mattone” – che è stato ed è ancora comunque il nostro orgoglio e la nostra forza – per tendere più verso un’organizzazione tecnico-economica in grado di soddisfare un’esigenza e risolvere un problema abitativo. Occorrerà flessibilità per fare proposte e trovare soluzioni funzionali ma abbiamo una grande esperienza su cui appoggiarci. Ediltecnica ha sempre guardato al futuro, ha voluto e saputo mantenersi al passo coi tempi e quindi oggi non si sente obsoleta e superata ma perfettamente al pari con le esigenze e le ultime tendenze del mercato. Il mio sogno è lasciare un giorno l’azienda in mano ai miei collaboratori, sana come è oggi, perché possano ancora dare il meglio nel loro lavoro. Spero che anche loro, tra diversi anni, potranno provare lo stesso orgoglio che provo io quando passo davanti a una casa e posso dire: “Quella l’ho fatta io, e tra 20 anni sarà ancora lì”.