L’architetto Roberta Ronzani, responsabile delle progettazioni architettoniche per Ediltecnica, è una colonna portante dell’azienda. In Ediltecnica da 23 anni – dopo aver conseguito brillantemente la laurea in architettura – si occupa di tutti gli aspetti inerenti la progettazione: dalle pratiche burocratiche necessarie all’avvio dell’opera fino alla fine dei lavori e alla consegna al cliente, passando poi dall’abitabilità sia degli appartamenti e unità abitative che degli edifici commerciali e produttivi. Con lei parliamo di come cambia l’abitare, come mutano i gusti e le esigenze dei clienti e come si sta orientando Ediltecnica in un mercato sempre più complesso ma allo stesso tempo stimolante per le aziende che non restano mai ferme e sanno interpretare le richieste di chi cerca casa.
Architetto, come è cambiato il modo di progettare e costruire di Ediltecnica?
Negli ultimi anni abbiamo cercato di differenziarci un po’ da quella che era l’edilizia di tipo tradizionale che avevamo realizzato fino a quel momento. Non partiamo mai con un’idea progettuale avulsa dalle richieste del mercato perché il primo obiettivo di un’impresa di costruzione sta nell’avere sempre dei prodotti che siano vendibili. Sono venuti fuori nuovi spunti creativi, nuove forme di insediamento e anche la tipologia degli edifici è cambiata: prima progettavamo condomìni di grandi dimensioni, con un numero rilevante di appartamenti, ma oggi questo tipo di soluzione non va più. Occorre invece scegliere un taglio di appartamenti abbastanza grande rispetto a prima ma in un numero minore per condominio: l’ideale sono 5 o 6, massimo 10 e non oltre. Questa aggregazione molto più compatta consente di realizzare anche coperti piani per poter inserire una serie di impiantistiche che adesso sono diventate irrinunciabili, come ad esempio impianti fotovoltaici e pompe di calore. L’ultimissimo esempio di condominio di successo per Ediltecnica, concepito con un numero ridotto di alloggi, è lo IUC 45 a Budrio.
Si nota anche una particolare cura delle forme e dello stile. Sta diventando un tratto distintivo?
Noi non dimentichiamo mai che stiamo facendo edilizia, non architettura. Ma questo non ci impedisce di progettare seguendo diverse ispirazioni e riferimenti di designer e architetti contemporanei. Per quel che riguarda le villette monofamiliari o le aggregazioni a schiera, ad esempio, si tratta sempre di situazioni indipendenti di taglio relativamente piccolo e compatto in cui abbiamo optato per forme molto lineari, pure, essenziali, recuperando certe forme razionaliste del passato. Oppure ad esempio Villa Loup, a Budrio, che è stata progettata dall’architetto Vincenzo Petrizzo, collaboratore di Ediltecnica, e poi è stata seguita da noi in tutte le fasi di lavorazione e nelle progettazioni di dettaglio. Forse lo stupore di tanti che vedono le nostre case per la prima volta deriva dal fatto che non siamo ancora molto abituati a vedere queste forme nella pianura bolognese ma in altre parti d’Italia, o all’estero soprattutto, sono molto comuni.
Cosa cercano oggi i clienti?
L’acquirente è cambiato molto negli ultimi anni e cambia costantemente riguardo le necessità di spazi e di budget. I clienti oggi sono informatissimi, anche grazie ad internet arrivano molto preparati non solo sulle legislazioni ma anche sui prodotti, sulle esigenze tecniche e tecnologiche. Rispetto a 20 anni fa il tipo di rapporto è molto diverso così come le esigenze: un tempo gli acquirenti seguivano di più i consigli, magari si presentavano con idee poco chiare sugli impianti, chiedevano pochissime modifiche al capitolato previsto. Ora invece fanno richieste specifiche sull’isolamento termico, su tutta l’impiantistica, sono aggiornatissimi sulle ultime novità e stili di arredamento. Noi cerchiamo di mettere in opera i loro spunti e le loro idee già chiarissime. Ediltecnica ha comunque sempre lasciato molto spazio alle personalizzazioni del cliente, anche in tempo meno recenti. Una volta si vendeva molto sulla carta ma poi nella realizzazione è sempre stato il cliente a scegliere il capitolato, difficilmente trovava con noi un prodotto finito. Concordare dettagli grandi o piccoli con il cliente è stato sempre un nostro punto di forza. Le nostre case hanno caratteristiche quasi sartoriali perché vengono fatte sulla base delle esigenze del singolo nucleo familiare o della singola persona.
Ci sono nuovi progetti in arrivo?
A Molinella stiamo sviluppando il progetto di nuove villette, con gruppi di case monofamiliari a schiera ma con singoli permessi per ogni unità abitativa, in modo che ognuno possa perfezionare la sua porzione. In previsione abbiamo anche interventi a Ozzano dell’Emilia con villette monofamiliari; aggiungeremo un paio di unità monofamiliari a Villa Loup, a budrio, su un lotto dove possiamo edificare, anche in questo caso con progettazioni fatte ad hoc su esigenze dei singoli nuclei familiari.
La riqualificazione dell’esistente avrà un peso sempre maggiore nell’offerta commerciale. Cosa comporta progettare per la riqualificazione?
Un intervento sull’esistente è molto più complesso perché sono molteplici le normative da seguire, anche sulle dotazioni impiantistiche, magari con limiti ridotti per ogni intervento dovuti alla situazione esistente. Poi ci sono problemi sismici che possono condizionare in un senso o in un altro la fattibilità di un percorso. Progettare per la riqualificazione prevede quindi una procedura molto più articolata ma è una bellissima sfida da cogliere.
Come vede Ediltecnica tra 10 anni?
Vista l’evoluzione dell’edilizia e, soprattutto, quella dell’urbanistica dovremo spingerci prioritariamente sul recupero dell’esistente. In breve tempo, una volta esauriti i lotti all’interno di pianificazioni già programmate, la normativa urbanistica prevede la limitazione totale del consumo di suolo. Dovremo muoverci in aree dismesse, in specifiche porzioni del territorio a cui dare nuovo valore. Sarà una scommessa per la quale ci faremo trovare pronti.