Cosa bisogna sapere quando si decide di dotare la propria abitazione o il proprio condominio di un cappotto termico? Ora che il Superbonus 110% ha fatto diventare popolare questa tecnica per il risparmio energetico, rendendola protagonista di migliaia e migliaia di assemblee di condominio, occorre non farsi trovare del tutto impreparati quando si tratta di fare una scelta importante come questa.
Se è vero che l’incentivo del Governo azzera quasi completamente, nel caso dei condomini di maggiori dimensioni, o comunque riduce drasticamente, la spesa per l’installazione di un cappotto termico, va però tenuto conto del fatto che fare un lavoro sbagliato o approssimativo potrebbe comportare in futuro problemi e spese indesiderate.
Il consiglio generale e più importante di Ediltecnica è di rivolgersi sempre ad aziende qualificate e con grande esperienza, come quelle che collaborano con la nostra impresa (di recente abbiamo raccontato come lavoriamo bene insieme a Color Effe). Anche grazie alle loro indicazioni abbiamo preparato questa sorta di vademecum che ci auguriamo possa essere utile per chi in questi mesi è alle prese con l’interrogativo: “cappotto sì o cappotto no? E se sì, a cosa devo fare attenzione nella scelta e nell’installazione?”
Una certezza: il cappotto fa risparmiare energia
Circa il 40% dei consumi energetici globali sono destinati al riscaldamento degli edifici. Se si considera che fino ad un terzo dell’energia termica prodotta va dispersa e sprecata a causa dell’involucro mal protetto dell’edificio, si capisce bene come installare sistemi di coibentazione e isolamento termico efficaci come i cappotti termici sia fondamentale per ridurre le perdite di energia. Si può arrivare, in alcuni casi, fino a ridurre del 60% lo spreco, risparmiando così molti soldi e salvaguardando allo stesso tempo l’ambiente.
Cosa sono i cappotti termici
Sono pannelli che consentono di isolare termicamente l’interno dell’abitazione, assicurando una minore dispersione di calore durante i mesi invernali o di aria fresca nei periodi estivi. Garantiscono quindi anche maggiore efficienza dei sistemi di riscaldamento e di raffreddamento installati a casa, permettendo di mantenere più a lungo la temperatura con il minimo dispendio di energia.
I cappotti termici non sono tutti uguali: a seconda del materiale che viene utilizzato si avranno diversi coefficienti di conducibilità termica. I cappotti possono essere interni all’abitazione o esterni.
Quelli esterni migliori sono realizzati con materiali non conduttori (solitamente sono composti di materiali fibrosi). Gli isolanti più utilizzati sono quelli di sintesi, che si contraddistinguono per la conducibilità termica bassa. L’isolante più comune è il polistirene espanso (EPS).
Ovviamente il cappotto termico esterno non è un blocco unico ma è il risultato della composizione di più parti e applicazioni: i pannelli veri e propri di materiale isolante, il collante, i tasselli per ancoraggio, l’intonaco di fondo, una rete di sostegno interno che funge da rinforzo o armatura, l’intonaco di finitura, eventuali accessori.
Qualche consiglio per un cappotto che sia solo un vantaggio
- Lo abbiamo detto nelle premesse, ma giova sempre ricordarlo: è cruciale far eseguire i lavori di installazione di un cappotto da una ditta qualificata, meglio ancora se ci si rivolge al fornitore di materiale che saprà indicare la ditta più esperta per installare al meglio il tutto. La corretta applicazione è davvero il segreto per avere un cappotto che duri nel tempo senza creare problemi.
- Vanno sempre utilizzati sistemi e pacchetti di prodotti certificati, perciò è bene richiedere queste garanzie a chi eseguirà il lavoro.
- Oltre alla qualità del materiale isolante con cui è fatto il pannello è molto importante come viene eseguita la finitura: se fatta male può essere responsabile della creazione di muffe sull’esterno del cappotto e, col tempo, potrebbe causare un antiestetico effetto di “lettura” dei pannelli del cappotto che rovina la facciata dell’edificio. Una rasatura non fatta a regola d’arte può accentuare e velocizzare quei fenomeni che nel lungo periodo possono in ogni caso verificarsi, quali appunto la creazione di alghe, di distacchi e lo sfogliarsi della finitura superficiale.
- Per evitare sbalzi di temperatura, che possono creare condense interne che col tempo possono dare vita a muffe, il cappotto deve eliminare i ponti termici. Questo è il motivo per cui oggi si prediligono cappotti di uno spessore ampio, che va dai 10 ai 14 centimetri, capaci di isolare maggiormente senza creare sbalzi termici. Si pensi che i primi cappotti, risalenti agli anni ’70, con i loro 3 cm di spessore isolavano ben poco. Poi, col diffondersi della sensibilità sull’importanza termica e ambientale del loro utilizzo, è via via aumentato anche il loro spessore e la qualità dei materiali utilizzati.
- Quando si ha un cappotto nella propria abitazione bisogna ricordare che tenere completamente sigillate porte e finestre, stendere e far asciugare il bucato in casa, fare vapore con la bollitura del cibo… può creare condense che col passare del tempo creano muffe. Occorre perciò areare più frequentemente la propria casa rispetto a un’abitazione che non è dotata di un cappotto esterno.