La pandemia ha lasciato effetti in moltissimi ambiti della nostra vita e della nostra società. Oltre alle conseguenze sanitarie più o meno gravi per chi si è ammalato e a tutte le implicazioni economiche che ancora ci troviamo a fronteggiare, il Covid-19, limitando la nostra libertà, ha cambiato le nostre abitudini, modificando la scala delle priorità e dei valori.
Ha cambiato in molti casi anche il nostro rapporto con le esperienze quotidiane e con i luoghi che viviamo tutti i giorni: non solo con l’ufficio e i luoghi di lavoro, con quelli dello shopping o della socialità, ma anche e soprattutto con le nostre abitazioni. I mesi di confinamento ci hanno fatto cogliere con occhi diversi, e con nuove sensibilità, gli spazi domestici. Sono emerse esigenze nuove o si sono rafforzati desideri e necessità per i quali, fino a quel momento, ci si era magari trattenuti o non si avvertiva troppa urgenza.
Per chi, come Ediltecnica, da oltre 40 anni segue e spesso anticipa le tendenze dell’abitare, molte delle esigenze portate dalla “rivoluzione” del Covid erano già in agenda e già realtà in numerosi progetti e realizzazioni.
Per il direttore di Ediltecnica, Alessandro Zini, sono principalmente due le caratteristiche che deve avere un’abitazione post Covid.
“Le persone, costrette tra le mura di casa per lunghi mesi durante la pandemia – spiega – hanno avvertito con forza l’esigenza di poter godere di spazi esterni alla casa, come terrazze e giardini. Ma non tanto le terrazze tradizionali in cui stendere la biancheria o riporre oggetti, cioè quelle, per intenderci, da un metro di larghezza per tre o quattro di lunghezza. È emerso invece il desiderio di avere spazi esterni da poter arredare, per poterli vivere e abitare pienamente. Ediltecnica aveva colto questa necessità già con realizzazioni recenti, come “Le Terrazze di Sofia” a Ozzano Emilia o “Corte Manin” a Castenaso. Una seconda esigenza che si è affermata con decisione è poi quella di abitazioni con un numero adeguato di vani interni e dimensioni che li rendano comodi e ben fruibili. Anche qui il Covid ha lasciato il segno: le famiglie hanno avvertito l’esigenza di spazi di autonomia per separare i vari momenti della giornata e le varie funzioni. Da qui la necessità di doppi servizi, camere da letto più grandi, cucine abitabili, uno studio per lo smartworking o per i figli… Altre esigenze, che magari fino a due anni fa sembravano emergere, come ad esempio la richiesta di domotica e totale automazione, sono ora invece passate un poco più in secondo piano, perché magari gestibili direttamente dai clienti anche dopo l’acquisto della casa”.
Tutte queste caratteristiche trovano perfetta applicazione in un intervento che proprio in questi giorni sta prendendo il via a Castenaso: “Il Diamante”, un esclusivo, elegante e moderno complesso residenziale che sorgerà in via Nino Bixio. Si trova in una posizione strategica, vicino alla campagna ma a soli pochi minuti a piedi o in bicicletta dalla stazione ferroviaria e da numerosi servizi.
Consiste in un unico edificio, di fatto sviluppato in due corpi di fabbrica, per complessivi 17 appartamenti, congiunti da un ingresso ampio e lussuoso che costituirà in ogni piano una sorta di grande hall dove sarà collocato l’ascensore e da cui si potrà accedere al vano scale separato.
“Quattro dei 17 appartamenti hanno giardini privati, a cui si può accedere con la propria auto e poi direttamente all’appartamento tramite un camminamento pedonale – evidenzia il direttore Zini. In pratica è come vivere in una villetta con un accesso privato. Al Diamante, inoltre, ogni appartamento ha almeno una terrazza arredabile e abitabile. Sono tutti ben strutturati, in modo tale che gli ambienti siano ampi e godibili. Abbiamo puntato, nella progettazione, su una distribuzione degli spazi che dia respiro e luminosità”.