Crisi delle materie prime, un problema anche per Ediltecnica

30 Giugno 2021

C’è un grosso guaio… nel mondo dell’edilizia. Siamo convinti che i problemi, piccoli o grandi, che qualsiasi azienda si trova prima o poi ad affrontare durante la sua attività, debbano essere risolti prima di tutto all’interno dell’azienda stessa, senza dover essere condivisi con il pubblico e i clienti.

In questo caso, però, il problema non dipende da noi, riguarda tutto il settore di cui facciamo parte ed è talmente grave che riteniamo importante che anche la nostra voce, nel suo piccolo, si unisca a quella dei tanti addetti ai lavori e delle associazioni di categoria (tra cui l’ANCE – Associazione Nazionale Costruttori Edili) per segnalare la difficile situazione che da alcuni mesi stiamo attraversando.

 

Prezzi impazziti e carenza di materiali

Molti forse lo sanno già, per altri potrebbe essere una novità: dall’inizio del 2021 stiamo assistendo in Italia, ma anche nel resto d’Europa e del mondo, a una fortissima impennata dei prezzi dei prodotti usati in cantiere. È il cosiddetto “caro materiali”, che si unisce ora a una grave carenza dei prodotti più comunemente utilizzati nell’edilizia. La crescita del costo dei materiali da costruzione sta diventando insostenibile e la mancanza dei prodotti costringe a rallentare, quando non addirittura a sospendere, i lavori già in corso.
Stiamo parlando di rincari a doppia cifra, che toccano quasi tutti i prodotti con cui abbiamo a che fare quotidianamente nel nostro lavoro. Il prezzo mondiale dell’acciaio è schizzato in su del 150%, quello dei polietileni del 110%, per non parlare del legno che è ha raggiunto record storici  toccando  incrementi fino quasi del 200%. Il rame e il petrolio, materie prime essenziali in ogni cantiere,  si attestano su incrementi del 40/45%.

 

Dalla pandemia all’economia globalizzata, le cause sono molte

Le cause sono molte e  in buona parte globali. Di certo la chiusura prolungata per Covid-19 di molte fabbriche che producono materie prime, in punti chiave del mondo, è pesata e pesa molto: dalla riapertura non hanno ancora raggiunto la piena capacità, e la molta incertezza sull’evoluzione della pandemia impedisce previsioni sul futuro. Ma ci sono stati anche altri episodi che hanno avuto una loro parte:  ad esempio in Texas  un’ondata di gelo ha bloccato la produzione chimica per un mese; in Germania c’è stato un incidente all’impianto BASF SE di Ludwigshafen, il più importante del colosso tedesco della chimica. C’è poi soprattutto il fatto che la Cina ha notevolmente aumentato l’approvvigionamento di materie prime, causando a tutto il resto del mondo una disponibilità limitata. Si aggiunge un problema di reperimento di navi e container, con i prezzi del loro trasporto tra la Cina e l’Europa che sono quadruplicati.  Una qualche conseguenza l’ha avuta anche la nave incagliata per molti giorni nel canale di Suez, che ha rallentato il commercio mondiale.
Questo scenario globale è accentuato in Italia dagli incentivi legati principalmente al superbonus 110%, che è stato varato senza prevedere meccanismi di controllo dei prezzi alla fonte e con scadenze temporali che hanno causato una sorta di isteria collettiva, che porta oggi alla mancanza, oltre che di materiale, perfino di manodopera specializzata e qualificata.

 

A rischio il ritmo della ripresa economica

Non ci sono previsioni su quando la situazione potrà riequilibrarsi, mentre l’Europa e soprattutto l’Italia puntano sul settore dell’edilizia per il rilancio complessivo dell’economia, anche con gli incentivi del Superbonus 110%. Insomma, il nostro settore rischia di rimanere a secco proprio nel momento in cui dovrebbe accelerare al massimo per uscire dalla crisi generata dalla pandemia.

 

Cosa succede in casa Ediltecnica
Geom. Sergio Chiarini

Dallo scenario globale e nazionale torniamo al nostro più piccolo, ma non per questo meno importante. Anche Ediltecnica sta facendo i conti con il problema e sta riorganizzando la propria attività con sforzi importanti per contenere il più possibili il danno economico e non ritardare la consegna degli interventi in corso.

Il geometra Sergio Chiarini, responsabile dell’ufficio acquisti di Ediltecnica, non nasconde la preoccupazione: “Stiamo riscontrando un notevole aumento dei prezzi dell’acciaio per calcestruzzo, del calcestruzzo, del polistirolo e del polistirene che sono le componenti principali per le coibentazioni e cappotti, del pvc per i serramenti, del legno che usiamo per solai e tettoie… Il fatto è che non solo costano molto più di prima ma proprio non si trovano o non è possibile sapere quando saranno disponibili. Se prima l’attesa per una consegna era di 15-20 giorni dall’ordine ora sono minimo sei mesi. I pochi distributori che hanno materiali a disposizione li vendono al doppio. Come se non bastasse anche la manodopera costa di più, anche se senza alcun motivo, se non l’incremento della domanda non supportato da una sufficiente offerta di qualità”.

In un contesto simile bisogna cercare di mantenere la calma e organizzare diversamente il proprio lavoro. “Abbiamo quattro cantieri legati al Superbonus 110% ancora da aprire, lo faremo quando avremo certezze sull’approvvigionamento dei materiali – spiega il geom. Chiarini -. Per quel che riguarda invece i cantieri che abbiamo già in corso da tempo stiamo cercando di mettere avanti alcune lavorazioni che normalmente sarebbero successive, mentre aspettiamo i prodotti che ci servono. Non sarà facile rispettare i tempi previsti per ultimare gli interventi, basti pensare che abbiamo ordinato dei serramenti ad aprile con consegna prevista a luglio e ora è slittata già a settembre”.

Nonostante queste indubbie difficoltà possiamo assicurare che faremo del nostro meglio per evitare qualsiasi tipo di ripercussioni ai nostri clienti. In caso di ritardi nelle consegne degli immobili Ediltecnica darà tempestiva comunicazione agli interessati. Sarà comunque la nostra azienda a farsi carico del costo aggiuntivo dei materiali, là dove i contratti fossero già stati siglati. Saranno invece da valutare, a seconda della durata e dell’impatto del “caro materiali”, eventuali effetti sui preventivi delle abitazioni ancora da porre in vendita.

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